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La storia

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CERRETO SANNITA

Cerreto Sannita è un'antica cittadina medioevale distrutta dal terremoto del 1688 e di cui rimane solo un rudere della torre del castello. Dal punto di vista architettonico è un gioiello dell'arte del '700. Presenta, snodati lungo le sue strade parallele, palazzi, chiese, vicoli caratteristici e portali in pietra locale finemente lavorati. Ricordiamo la cattedrale con annesso palazzo episcopale, la Collegiata di S. Martino, la Chiesa di S. Antonio con l'adiacente Palazzo Comunale, S. M. di Costantinopoli, il Monastero delle Clarisse, la fontana di S. Martino, la caratteristica chiesa di S. Gennaro ed i numerosi palazzi gentilizi.
Di Cominium Ceritum, un preesistente nucleo abitativo sannita situato nella zona di Monte Cigno, parla già lo storico Tito Livio nella narrazione della Seconda Guerra Punica, questo a testimonianza delle antichissime origini di questo insediamento. Fu contea prima dei Sanframondo e poi dei Carafa di Maddaloni con i Casali di San Lorenzello e di Civitella. Cerreto subì due grosse calamità: la peste del 1656 e il terremoto del 1688 di cui si è già detto. Dalla metà del XVII secolo fu sede della Cattedrale Telesina ma già nel XIII secolo era stata residenza vescovile. La Cattedra fu confermata anche nella nuova Cerreto perché, essendo Contea, vi risiedeva il vice-conte sotto la cui giurisdizione ricadevano tutti i paesi. Anche dal punto di vista economico, Cerreto vanta un'antica e solida tradizione di industrie ed arti che rappresentano la continuità con quelle praticate in epoca sannita e romana tanto da meritarsi l'appellativo di "Paese d'arte" da parte di Domenico Rea. Centro di intensi traffici per il commercio dei panni lana, Cerreto integrò la propria economia con la pastorizia, la produzione di "scardi" (attrezzi in filo di ferro per pettinare la lana), forbici e latticini. Maggiore importanza, però, rivestì l'industria delle stoviglie con la nascita di numerose botteghe di maiolicati al tempo del movimento barocco napoletano ed i migliori ceramisti di Cerreto si trasferirono a Napoli arricchendone la produzione. Il territorio è di natura prevalentemente collinare e montuosa. E' attraversato dal torrente Titerno, che bagna anche il territorio di San Lorenzello. Il contesto sociale ed economico è piuttosto buono. La popolazione è rappresentata da molti professionisti ed impiegati. Il considerevole numero di uffici finanziari, di studi privati, della Comunità Montana, della Compagnia dei Carabinieri, della Curia Vescovile e di Scuole Superiori di diverso ordine e grado procura una fonte di reddito non trascurabile ai cittadini autoctoni ed a quelli dei territori limitrofi. Negli ultimi anni, il grande impulso dato alla ceramica ha visto rifiorire molte botteghe artigiane grazie al supporto dell'Istituto d'Arte e del Museo della Ceramica antica e moderna, situato nell'ex Palazzo S. Antonio.

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SAN LORENZELLO

San Lorenzello è posto quale anello di congiunzione tra la Valle Telesina e la Valle del Titerno. Il territorio si estende per una superficie complessiva pari a circa 13.9 kmq ed è limitata a nord dal Monte Erbano etrafforti del Massiccio del Matese ed a sud dalla piana della Valle Telesina. Il paese deve il proprio nome al suo Santo Patrono "San Lorenzo Martire". Una leggenda lo vuole fondato nell'864 d.C. da Filippo Lavorgna, rifugiatosi sulle falde del Monte Erbano per sfuggire ai guerrieri saraceni di Seodam, piombati sulla fiorentissima città di Telese. Il primo documento scritto riguardante la terra di San Lorenzello risale al 1151, quando Guglielmo I Sanframondo divenne Conte di Cerreto e dei suoi Casali, fra i quali S. Lorenzello. Fu, poi, possedimento della famiglia Carafa. A partire dal 1483, S. Lorenzello assunse maggiore importanza come "Università" con la concessione degli "Statuti" il 9 novembre 1541.Il terremoto del 5 giugno 1688 causò ingenti danni.
Di impianto tipicamente medioevale S. Lorenzello risulta urbanisticamente molto interessante con le sue stradine strette, i sottopassaggi, le piccole piazzette. Tra le presenze architettoniche è da segnalare la Chiesa della Congrega di Maria SS. della Sanità risalente al Settecento. Ancora sono da segnalare le numerose ville-masserie, esempi di architettura rurale. Nel settore artigianale spicca la lavorazione della ceramica. Notizie certe sull'origine della ceramica laurentina si hanno intorno al 1567. Il massimo esponente dell'arte figulina è stato Nicola Giustiniani, di cui si può ammirare il pannello incastonato nel Timpano della Congrega di Maria SS. della Sanità. I colori dominanti sono prettamente locali: dal giallo tipico al verde, al turchino porpora, al manganese. La produzione della ceramica è fiorente particolarmente ai nostri giorni e le prospettive per gli artigiani locali sono aumentate dopo il riconoscimento della stessa quale "Ceramica artistica tradizionale italiana di alta qualità". Il Comune di San Lorenzello presenta condizioni economiche in linea con quelle della maggior parte dei Comuni della Provincia di Benevento. Le attività prevalentemente rappresentate sul territorio sono l'agricoltura, l'artigianato e il terziario. Una gran parte della superficie agricola è occupata dai vitigni ed oliveti, che garantiscono una pregiata produzione di vini DOC ed olio extravergine di oliva. Notevole è la produzione di taralli, attività già affermata a fine Ottocento. L'ultimo sabato e domenica di ogni mese fra le stradine del centro storico si svolge il "Mercantico", esposizione e vendita di mobili e oggettistica antica, stampe e incisioni, maioliche, gioielli d'epoca, artigianato complementare d'arredamento, ceramica artistica. Ai menzionati richiami San Lorenzello ha aggiunto un altro motivo di interesse: nel Parco S. Sebastiano ospita alcuni modelli di dinosauri a grandezza naturale. Molte sono le associazioni culturali, ricreative e sportive che operano sul territorio.

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GUARDIA SANFRAMONDI

Guardia Sanframondi ha origini antichissime. Diverse sono le opinioni degli studiosi circa le origini della cittadina, che alcuni fanno risalire ad epoca romana o sannita, altri ad epoca longobarda, altri ancora al periodo normanno. È certo che questo territorio è stato abitato fin da tempi antichissimi. A testimonianza del fatto diversi ritrovamenti di manufatti litici del paleolitico inferiore in contrada Starze e in contrada Limata nel vicino comune di San Lorenzo Maggiore. A favore della tesi romana o sannita viene citata la favorevole posizione geografica, ideale per qualsiasi insediamento di carattere militare; difatti alcuni studiosi pensano di ubicare l'antica città di Fulfulae proprio sulle pendici del Monte Ciesco. L'ipotesi longobarda è strettamente legata alla suddivisione della loro società in liberi, nobili proprietari terrieri, soldati di diritto detti arimanni, i cosiddetti aldii, ed infine i servi; a quest'ultima categoria appartenevano gli abitanti delle campagne obbligati a lavorare per i propri padroni. In ogni contado si ebbero corti, condome, masse, vichi e casali. Tra i vichi, solo in un documento dell'anno 856, viene nominato un Vicus de Tremundi, successivamente alterato in Vico San Fremondo che, secondo alcuni storici locali vissuti nel XIX secolo, avrebbe dato origine all'odierna Guardia Sanframondi. Questa tesi è stata scartata da un recente studio che, prendendo in esame il documento originario, evidenzia come il nome del comune derivi invece dalla famiglia francese dei Sanframondo (Sancto Fraymundo) che nel XII secolo ebbe in feudo Cerreto e i comuni vicini fra cui Guardia. In seguito la località assunse il nome di Warda, che significarebbe luogo di guardia o di vedetta: infatti dalla collina guardiese si riesce a controllare l'intera Valle del medio e basso corso del fiume  fino alla piana a ridosso di Maddaloni. I conti Sanframondo dotarono Guardia di un possente castello il quale fu teatro di due memorabili assedi. L'11 giugno 1440, sotto minaccia di distruzione, il conte Guglielmo IV Sanframondo si dové sottomettere al nuovo sovrano Alfonso V d'Aragona. Nel 1461 i Sanframondo pagarono definitivamente la loro fedeltà alla Francia quando, dopo un assedio e un saccheggio da parte delle truppe di Ferdinando I di Napoli, persero i loro feudi e furono costretti all'esilio. Alla famiglia Sanframondo succedettero i Carafa, duchi di Maddaloni e conti di Cerreto Sannita, e la loro dominazione durerà fino al 1806, anno in cui fu proclamata dai francesi l'abolizione del feudalesimo. Guardia entrò così a far parte della Contea Superiore dei Carafa, avente come capoluogo Cerreto. Nel corso dei secoli il paese fu colpito anche da alcune catastrofi naturali, tra cui il terremoto del 1456, che comportò notevoli danni e numerose vittime, e quello ancor più disastroso del 5 giugno 1688 che lo distrusse quasi completamente mietendo circa 1200 vittime. Guardia venne ricostruita nello stesso posto, grazie alla tenacia e alla volontà dei suoi abitanti. Nel XVIII secolo divenne un fiorente centro della concia delle pelli, che lo rese celebre tanto da essere appellato Guardia "delle sole". Nel 1810, la commissione feudale riconobbe all'universitas guardiese la proprietà della "montagna di Guardia" e abolì i diritti baronali. Nel 1811, in età murattiana, il paese fece parte del distretto di Piedimonte d'Alife, nel 1861 passò dalla Terra di Lavoro alla neonata Provincia di Benevento. Il 10 e 11 ottobre 1943 fu cannoneggiata dalle truppe statunitensi con conseguenti danni agli edifici e morti di civili e di tedeschi. Negli ultimi anni Guardia sta cercando di affrontare il grave problema dell'abbandono e dello spopolamento del centro storico.

SAN LORENZO MAGGIORE